25 febbraio 2022 – Sala delle colonne in Duomo
INCONTRO DEI GRUPPI DEL POST CRESIMA con la famiglia eritrea accolta tramite ” CORRIDOIO UMANITARIO”
Ragazze e ragazzi, dalla seconda media alla seconda superiore , con don Renato Zenesini e i loro catechisti : Matteo Bassoli, Matteo Gobbi Frattini , Luca con Alice, (Gianluca e Veronica assenti per malattia ma presenti per l’organizzazione) e Giusi della Caritas parrocchiale , si sono ritrovati per uno scambio di storie e di esperienze con Temsegen, Solyana e Thomas arrivati a Mantova in questi mesi insieme a Even di tre anni, figlio di Solyana e la loro mamma Tsige. Si è trattata di un’ occasione per raccontare lo stile dei “corridoi umanitari” con i quali è possibile far arrivare, in sicurezza , persone in fuga dalla guerra , dai cambiamenti climatici o semplicemente per cercare una vita migliore. Insieme abbiamo approfondito le cause delle migrazioni, delle guerre in tante parti del mondo, delle fatiche burocratiche per conquistare la cittadinanza italiana.
La Comunità di di Sant’ Egidio, la Caritas Diocesana con il Direttore Matteo Amati , le Parrocchie di Sant’ Anselmo e San Barnaba/Ognissanti hanno reso possibile, insieme con diversi volontari, il trasferimento dall’Etiopia di questa famiglia, la sua accoglienza e l’accompagnamento quotidiano.
Le domande del gruppo post Cresima sono state semplici e sommesse. Quasi di pudore verso questi giovani che già a 17 anni dovevano andare in guerra. Confidenze forti che si depositavano nel cuore di ciascuno.

La serata si è conclusa in pizzeria tra complicità, fame e battute insieme a qualche parola in italiano, dire pizza è facile . Temesegen Solyana e Thomas erano sbalorditi di tanta vita e di tanta possibile normalità. La prima cena fuori dopo la fuga dall’ Etiopia . La pace comincia da qui!
Dafne , del gruppo post Cresima , ha espresso il suo sentimento dopo questo incontro:
Spesso nelle nostre vite frenetiche finiamo per concentrare tutte le nostre energie in quella che è considerata la nostra zona confort fino ad arrivare a rinchiuderci in una bolla che ci esclude da tutto quello che avviene al di fuori della nostra vita e ad elencare tutto quello che non ci viene dato piuttosto che ringraziare per quello che abbiamo e per cui altri farebbero di tutto per avere.
L’incontro di venerdì con la famiglia Eritrea, che ha dovuto abbandonare la sua terra natale tormentata dalle continue guerre che non gli hanno mai garantito di godersi a pieno tutta quella serie di privilegi che noi diamo per scontati, ci può aiutare a comprendere che noi, persone che conduciamo una vita in piena libertà, dobbiamo ritenerci davvero fortunati e essere gratificati ogni singolo giorno per i privilegi che ci sono garantiti.
Ringrazio tutte le persone che hanno permesso a noi ragazzi di fare parte di questa esperienza e auguro a tutti di poter partecipare a un progetto simile e comprendere la fortuna che ci è stata concessa nelle nostre vite.
