Concattedrale di Sant'Andrea
La posa della prima pietra della attuale Basilica di s. Andrea avvenne il 12 giugno 1472, su progetto di Leon battista Alberti. Il direttore dei lavori fu un suo discepolo, Luca Fancelli, mentre il committente il marchese Ludovico Gonzaga, signore di Mantova. I lavori si protrarranno a lungo fino al secolo XIX.
Il centro ideale della Basilica è la cripta nella quale si custodiscono i Sacri Vasi, cioè i reliquiari che contengono la terra intrisa dal sangue di nostro Signore Gesù Cristo. Si tratta di una reliquia importantissima per la Cristianità per la quale si sono qui costruiti successivamente tre edifici sacri: nell’804, nel 1048 e infine l’attuale.
La Basilica ospita nella cappella di s. Giovanni Battista, la tomba di Andrea Mantegna con due pregevoli dipinti dell’artista e affreschi del Correggio. Di particolare interesse la cappella di s. Longino, con quadri di Giulio Romano e discepoli. Ritroviamo interventi di Antonio Maria Viani nelle cappelle dell’Immacolata, di s. Stefano e nella Vecchia Sagrestia.
ORARI
La Concattedrale è aperta dalle 8 alle 19.
Durante le celebrazioni le visite sono sospese.
VISITA ALLA CRIPTA
I nostri volontari sono felici di accompagnarvi durante la visita, assieme a loro potrete, tramite prenotazione, visitare la cripta dove sono conservati i Sacri Vasi.
Orari: dal lunedì al giovedì dalle 15.00 alle 18.00. Il venerdì dalle 16.00 alle 18.00. Il Sabato dalle 10.45 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00.
I volontari garantiscono la loro presenza il sabato e nei festivi. Negli altri giorni bisogna prenotare la visita contattando il sig. Fabio (ore pomeridiane) al numero: 3475549644 oppure scrivendo una mail a s.andrea@diocesidimantova.it.
Durante le celebrazioni le visite sono sospese.
CONTATTI
Telefono Canonica: 0376 328504
Telefono Sacrestia: 377 9824835
Per eventi nella Sala delle Capriate e della Colonna contattare il numero: 392 6067051
550° ANNIVERSARIO DELLA POSA DELLA PRIMA PIETRA
Numerosi eventi per i 550 anni della posa della prima pietra della Basilica di Sant'Andrea avvenuta il 12 giugno 1472 e della morte del suo archietetto Leon Battista Alberti (25 aprile 1472)
STORIA DELLA BASILICA DI SANT'ANDREA E I "SACRI VASI"
Le cronache della corte di Carlo Magno registrano nell'anno 804 il ritrovamento a Mantova del Sangue di Cristo, secondo tradizione raccolto ai piedi della croce di Gesù e qui portato dal milite romano Longino che gli aveva trafitto il costato.
Per custodire tanto tesoro, Mantova fu elevata a sede vescovile, innestando così un percorso di sviluppo che portò un modesto borgo lungo il fiume Mincio a divenire città.
La reliquia è segno dell'evento basilare della fede cristiana: la morte redentrice di Gesù. Per secoli fu meta di Papi, imperatori e pellegrinaggi di massa; da qualche tempo è oggetto di un rito suggestivo il Venerdì Santo, quando viene portata in processione notturna per le vie del centro.
A onorare il “Preziosissimo Sangue”, furono erette successivamente tre chiese. Della seconda resta il bellissimo campanile gotico. La terza, l’attuale, è l'ultimo capolavoro di Leon Battista Alberti, opera capitale del Rinascimento, dal cui modello sono derivate innumerevoli chiese nel mondo, compresa la Basilica di S. Pietro a Roma. Avviata nel 1472, fu conclusa nel XVIII secolo con la maestosa cupola barocca di Filippo Juvara. La arricchiscono opere di Andrea Mantegna (che ha qui il suo sepolcro), Correggio, Giulio Romano e Anton Maria Viani, oltre a un importante ciclo di affreschi dei secoli XVI e XVII, che in sintonia con la reliquia svolgono il tema della Redenzione.
La tradizione attribuisce al soldato romano Longino, che trafìsse con la propria lancia il costato di Cristo, la raccolta ed il trasporto di terra imbevuta del sangue del Salvatore nel luogo ove ora sorge la città di Mantova.
Longino muore martire della fede nel 37 d.C. Al fine di preservare la sacra reliquia, la stessa viene sotterrata in un'urna e per lunghi secoli non se ne ha più notizia.
Nell'804 avviene il primo ritrovamento dell'urna contenente la reliquia su indicazione di Sant’Andrea, essendo papa Leone III (795-816) e imperatore Carlo Magno (768-814), che richiede e ottiene dal primo l'autenticazione della reliquia. Una piccola parte della stessa viene donata da Carlo Magno alla cappella reale di Parigi (Sainte Chapelle). Secondo una ipotesi condivisa da molti, Mantova viene contemporaneamente dichiarata sede vescovile e sul luogo del ritrovamento viene eretta una piccola chiesa in onore dell'apostolo Andrea. Da questa data decorre il novero degli anni (1200) che portano all'attuale giubileo della diocesi di Mantova (2004).
Nel 923 Mantova è invasa dagli Ungari. La reliquia viene interrata, una parte nel giardino dell'allora ospedale di S. Andrea (o nell'orto dell'oratorio dedicato al Sangue di Cristo), un'altra nell’antica chiesa di S. Paolo che era situata quasi accanto al duomo, nell'attuale seminario.
Per alcuni decenni si perde traccia della reliquia. Nel frattempo si afferma sulla città il dominio dei signori di Canossa.
Nel 1037 il vescovo di Mantova Itolfo fonda il monastero benedettino entro il quale si integra la chiesetta del IX secolo, di cui non restano né disegni né vestigia significative. Un'ala del monastero, nella forma modificata del XV secolo, recentemente restaurata, è visibile nell'attuale piazza L. B. Alberti.
Nel 1048, presente Beatrice di Canossa, avviene il secondo ritrovamento della parte maggiore della reliquia e delle ossa di S. Longino. Tale ritrovamento induce all'ampliamento della originaria piccola chiesa di Sant'Andrea ed alla costruzione della cripta sul luogo della seconda "inventio". Della chiesa non rimane alcuna traccia, così come della cripta, completamente rifatta alla fine del sec. XVI su progetto di Antonio Maria Viani.
Nella cripta è collocato il tempietto ottagonale con l’altare sormontato dallo ‘scrigno’ per i vasi della reliquia (due copie dei vasi sono esposte ai lati della croce). Al di sopra di questo, su una montagnola è collocata la croce con il Crocifisso: sui bracci della croce, grappoli d’uva; sotto la montagnola, rametti d'ulivo.
L’ulivo indica la regalità di Cristo, la sua appartenenza alla regale stirpe davidica. Come i re d'Israele, che venivano consacrati mediante l’unzione con l’olio, Gesù è re, l’unto del Signore, il Messia. Il Calvario non è dunque indicato come il luogo del supplizio ma della Gloria.
L’uva, insieme alle spighe, è simbolo dell’abbondanza, ma anche simbolo del rapporto sponsale di Cristo con la Chiesa: i grappoli ricordano il vino del miracolo delle nozze di Cana, nel quale si rivela l’intervento di Dio, la presenza dello sposo che viene in nostro soccorso, portando la gioia sponsale delle nozze, è davvero l’Emmanuele, il Dio-con-noi; messaggio riproposto nell’Apocalisse con le nozze dell’Agnello con la sua sposa, la Chiesa.
Il tema richiama l’Eucaristia, la perenne fedeltà nuziale di Cristo che ci invita al banchetto di nozze, ed anche il matrimonio cristiano, dove gli sposi, ministri del sacramento, esprimono quest'alleanza di Dio con l’umanità. Da qui la forza ascensionale che ci porta di nuovo in alto, verso la vertigine gloriosa della cupola.
Ulteriori simboli trovano espressione nelle statue della Fede e della Speranza (di scuola del Canova; 1818). La Speranza guarda in alto verso le promesse future ma appoggiata ad un’ancora; guarda verso il cielo, ma non in modo visionario, non con la testa fra le nuvole. A differenza di certi generici spiritualismi moderni, la Speranza cristiana è ancorata ad una realtà indefettibile e concreta, è ormeggiata alla Croce di Cristo e al suo sangue glorioso versato per noi. Manca la statua della Carità, perché di essa qui non è necessaria alcuna raffigurazione, essa è Cristo stesso che ha versato il suo sangue per noi.
La cripta può essere visitata su prenotazione il sabato dalle 10:30 alle 12:30 e dalle 15 alle 18, mentre la domenica dalle 15 alle 18. Per prenotare contattare il numero 338 2751862 (Roberto).
PERCORSO MANTEGNESCO
Cappella di s. Giovanni Battista con la tomba di Andrea Mantegna
PERCORSO GIULIESCO
Cappella di s. Longino, cappella di s. Sebastiano (pala Norsa) e cappella Petrozzani o di s. Stefano
PERCORSO DEL VIANI
Cappella Petrozzni o di s. Stefano, cappella dell'Immacolata e vecchia Sacrestia
PERCORSO NEOCLASSICO
Candelabra sulle lesene e due serie di affreschi raffiguranti episodi degli Atti degli Apostoli (ciclo superiore) e dei Vangeli (ciclo inferiore)
PERCORSO SEGRETO
Sacrestia della Compagnia del preziosissimo Sangue e sacrestia seicentesca di Anton Maria Viani